Posted by : Unknown November 23, 2015

Il Tram Numero 4
.. un viaggio sulla metropolitana leggera.


Il tram numero 4 attraversa molte zone di Torino, nelle due direzioni di andata e ritorno: da oltre corso Giulio Cesare, tagliando a metà Porta Palazzo, prosegue passando di fronte a Porta Nuova e lì imbocca via Sacchi che percorre tutta, per andare poi in corso Turati e oltre. Quasi lo stesso percorso nella direzione opposta. Io ho incominciato a prenderlo per andare alla nascente Associazione EL CID. Lo prendo a Porta Palazzo e scendo a metà di via Sacchi. Questo è il mio tratto di ‘esperienza’. Prenderlo a Porta Palazzo, in orario di mercato, è un martirio perché le persone salgono con le mani piene di borse che ti urtano le gambe. In quelle ore regna un nervosismo diffuso per la fatica dei pesi e per l’ansia di accaparrarsi un posto a sedere. E di posti a sedere non ce n’è molti, però c’è più spazio rispetto ad altri tram. Inoltre le porte rasentano il marciapiede senza grande dislivello, ideale per carrozzine per invalidi e per passeggini. Devo dire che il conducente di turno è sempre pronto a “tirare giù” una pedana apposta per le carrozzine per disabili, per cui c’è uno spazio speciale.  

Queste sono le ore ‘calde’ in cui si trova nel tram un crogiolo di razze. Spesso gli immigrati parlano ad alta voce, senza il riserbo che in Italia ci è stato insegnato. Ma sono  vvantaggiati dal fatto che nessun italiano li capisce. Gli italiani, però devono stare attenti perché un po’ d’italiano lo ‘masticano’ tutti. Un punto a loro favore. Un po’ tutto
il mondo è rappresentato: dai cinesi agli africani di varia ‘colorazione’, ai rumeni o slavi in generale, a chi viene dall’India o dall’America latina. Chissà se un’integrazione o una fusione sarà inevitabile. Proprio pochi giorni fa sono rimasta stupefatta! Ho visto una coppia: lui alto e biondo, lei un’africana tra le più nere coi i capelli crespi e ricci. Avevano al seguito tre bambini: una bambina sui sei anni aveva il viso color caffelatte e capelli lunghi e lisci di colore biondo cenere; un bambino sui tre anni nero coi capelli biondo dorato e ricci, sul passeggino una bambina nera di colore e di capelli come la madre. Forse l’integrazione comporterà un ‘mescolamento’ di razze. Quale sarà l’esito? Ma soprattutto: ne siamo ronti? So che ci sono i pro e i contro; e chi ci sta e chi no.

Comunque, sembra in parte passato il periodo di contrasto verso le unioni tra razze diverse. Ma torniamo sul 4. Non sempre lo prendo in queste ore di punta. Siccome passa frequentemente,
si spera sempre di prenderne uno che dia la possibilità di sedersi per un tratto o permetta di trovare un posto in cui badare ai propri ‘affari’. Sì, perché spesso, pur essendoci molta gente, ognuno cerca di ricavarsi un ‘angolino’ dove, armato di cellulare, inizia una silenziosa attività, non si sa se commerciale, affettiva, ludica o altro fatta di navigazioni internet, sms, WhatsApp, posta elettronica e quant’altro. Tutti zitti, i cellulari mandano suoni e segnali che a volte fanno riconoscere la provenienza etnica. Bisogna dire che ci sono luoghi in cui il 4 si svuota, come a Porta Nuova ma per dare posto ad altrettanti che salgono. Il momento di scendere è più duro di quello di salire. Dopo aver guadato attraverso una fiumana di gente, devi fare i conti con quelli, per lo più giovani, che hanno trovato il loro ‘angolino’ proprio a ridosso degli stipiti delle porte di entrata e di uscita. Chiedi: “Scendete?”, “No”. Dici: “Io dovrei scendere alla prossima”. Con svogliatezza, senza guardarti rispondono: “Si, poi la faccio scendere”. Alla fermata fanno un gioco di equilibrio: tenendosi allo stipite, scendono
e poi rientrano. Sempre così ad ogni fermata, tanto che i più evitano di chiedere , è diventata una consuetudine.

Un tram abbandonato a se stesso? No, anzi! A dare un po’ di sicurezza a tutti quelli che hanno la coscienza a posto, cioè che almeno hanno pagato il biglietto, all’improvviso, quasi su ogni 4, spuntano i controllori della GTT che in molti incutono timore per la loro fermezza e il loro rigore. Vengo a sapere che sono stati i cittadini stessi a richiederne la presenza costante. Però, nonostante la presenza di questi ‘angeli custodi’, la Circoscrizione segnala ancora un certo numero di scippi.

Patrizia Stroppiana

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