Archive for September 2015

[Sinergie] COOKIES & Sketches


    • Chi siamo?
      Siamo tre amici che dal 25 ottobre 2013, in maniera del tutto autodidatta, han deciso di passare il tempo realizzando piccoli progetti grafici. Partiamo con il presentarci: Chiara è la mano che da vita alle diverse illustrazioni, successivamente colorate da Giovanni e da Stefano; noi due ragazzi inoltre ci occupiamo anche della gestione del blog e delle relative pagine sui social network. Nonostante i nostri ruoli all'interno del gruppo siano diversi, ci diamo sempre una mano a vicenda; lo sviluppo delle idee e della progettazione sono frutto di un lavoro di gruppo. Infine ci sono Jekyll e Hyde la nostre mascotte: simili esteticamente ma caratterialmente opposte!

      All'interno de "La mia Città":
      Ci occupiamo della realizzazione di molte delle immagini disegnate che troverete all'interno del giornale come ad esempio la testata e la mascotte che accompagna i titoli delle diverse rubriche.

      Il nostro sogno nel cassetto!
      Sin dalla partenza del progetto "COOKIES & Sketches" il nostro intento (nonché motivo primario che ci ha spinto alla creazione del gruppo) era, ed è tuttora, quello di riuscire a creare una nostra storia a fumetti. Ci stiamo impegnando per far sì che il nostro sogno diventi realtà e speriamo di riuscire nel nostro intento continuando a fare esperienza passo dopo passo!

      Copyright © COOKIES & Sketches
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[Progettualità] Meno di Niente

    • Creo il mio Lavoro

      “I sogno sono desideri di… Ma se tu credi fermamente il sogno tuo più bello realtà diverrà”. Una melodia che ci invita a realizzare i nostri sogni, farli diventare realtà, progetti che passo dopo passo si realizzeranno. Non abbiate paura che le vostre idee possono venire copiate ! La filosofia è quella della condivisione, è quella di dare e di ricevere, io aiuto te tu aiuti me, quindi noi insieme diventeremo una forza!!

      Molti non iniziano neanche a sognare censurano ogni loro idea ancor prima che abbia un senso compiuto, tanto non vale la pena, tanto non valgo niente (il nostro eterno pessimismo cosmico)
      Vi raccontiamo una storia:

      Meno di Niente
      “Dimmi, quanto pesa un fiocco di neve?”, chiese la cinciallegra alla colomba. “Meno di niente”, rispose la colomba. La cinciallegra allora raccontò alla colomba una storia: “Riposavo sul ramo di un pino, quando cominciò a nevicare. Non una bufera, no, una di quelle nevicate lievi lievi, come un sogno. Siccome non avevo niente di meglio da fare, cominciai a contare i fiocchi che cadevano sul mio ramo. Ne caddero 3.751.952. Quando piano piano, lentamente sfarfallò giù il 3.751.953esimo - meno di niente, come hai detto tu - il ramo si ruppe...”. Detto questo la cinciallegra volò via.

      FORSE MANCHI SOLO TU (noi ci siamo) PER REALIZZARE I TUOI SOGNI.
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[Sinergie] Comitato Mamme

    • Comitato Mamme
      Borgo 10128


      É nato nel nostro quartiere il Comitato Mamme Borgo 10128, un gruppo di mamme che si propone di creare momenti di aggregazione, confronto, ma anche gioco e attività sociali nel nostro borgo.
      L'intento è anche quello di interagire con le scuole del territorio e gli enti quali Circoscrizione e Comune per segnalare lacune e bisogni e collaborare per la realizzazione di progetti atti a migliorare la qualità della vita nel nostro quartiere. Vorremmo chiedere alberi e panchine, spazi di aggregazione, organizzare merende e animare i cortili del borgo, organizzare attività ludiche, didattiche e sportive. Favorire la comunicazione e l'aggregazione dei bambini e delle famiglie. Senza scopo di lucro, attività commerciale ne' politica. Il comitato collaborerà con le altre associazioni presenti sul territorio per animare il nostro quartiere.
      Chiunque può aderire, seguire la pagina facebook -Comitato Mamme Borgo 10128- o il nostro blog...

      Le Mamme del Comitato
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[Sinergie] Casa: Diritto di Tutti

    • Casa: Diritto di Tutti


      Cerca 10.000 persone disposte a versare 5€.

      Per poter acquistare un mini alloggio da cedere a riscatto ai senzatetti.
      - L’associazione acquista il mini alloggio, e lo cede a riscatto a disagiati
      - Il beneficiario paga una quota mensile che verrà versata nel fondo per acquistare un altro mini alloggio.
      - Il mini alloggio diventa di proprietà del beneficiario solo dopo che avrà versato l’intera somma.
      Per saperne di più rivolgersi a Filomena Solimena:
      Cell: 3466857791 | Tel. 011-504216 | e-mail: casadirittoditutti@libero.it

      La Caritas condivide con noi il progetto e ci accompagnerà nella sua realizzazione, sostenendoci in ambito formativo, informativo e quant'altro servirà per la buona riuscita del progetto Salesiani Don Bosco
      … e il numero crescerà grazie anche a voi che state leggendo.
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Conosci Torino

    • Conosci Torino
      Prefazione a cura di: Bruno Gambarotta


      Contempli gli scaffali di libri su Torino e pensi che non ci sia più niente di nuovo da dire sulla nostra città. Errore. Da cinquanta anni leggi e rileggi quei libri e pensi di sapere tutto. Vediamo se sai rispondere a queste domande: chi erano gli spinettai? Chi introdusse l’omeopatia? Perché il giardino Luigi Martini è conosciuto come piazza Benefica? Di che colore era la prima maglia della Juventus? Chi ha inventato la frase “Piove, governo ladro”? (Casimiro Teja in una vignetta sul Pasquino per commentare una riunione di mazziniani andata deserta a causa della pioggia). Luciana Manzo ti attira
      nella sua trappola di domande e se ti va bene riesci a dare il 10% di risposte giuste. Ti consoli scoprendo che la stessa percentuale di risposte giuste alle domande contenute nel libro di Raymond Queneau, “Connaissez-vous Paris?”, da cui questo trae ispirazione, concedeva al lettore il diritto di considerarsi un buon conoscitore di Parigi. Questo libro è un gioco che dà dipendenza, siete avvertiti, una volta catturati farete molta fatica a uscirne. Torino si presta magnificamente a entrare in questo labirinto degli specchi; dalla metà del Cinquecento, da quando diventa la capitale del ducato, le trame
      da seguire sono due, la dinastica e la comunale, che s’intrecciano e spesso si trovano in contrasto. E quando i Savoia saranno costretti all'esilio, un’altra dinastia prenderà il loro posto nell’immaginario dei torinesi, la famiglia Agnelli. Da quando diventa una capitale, Torino è doppia in tutto; la città dei santi sociali versus il positivismo, la massoneria e l’anticlericalismo risorgimentale; la devozione per la Sacra Sindone (di proprietà dei Savoia) verso quella comunale per la Consolata alla quale i  torinesi chiedono protezione contro le pestilenze e le guerre; la città politecnica versus la città magica; la città capitale dell’industria metalmeccanica versus la coetanea capitale dello stile Liberty. Città amata o detestata all’eccesso dai visitatori stranieri. Organizza l’esposizione universale del 1884 per far sapere a tutti che, non potendo più essere la capitale politica si candida con successo a diventare la capitale dell’industria; e cosa lascia ai posteri come ricordo dell’evento? Il Borgo Medievale che riproduce con minuzia filologica edifici piemontesi e valdostani tutti rigorosamente del Quattrocento. La storia locale è una prateria sulla quale scorrazzano liberamente i volenterosi compilatori di centoni, occupati a copiarsi l’un l’altro, non di certo a controllare le fonti di bufale e leggende che si tramandano di generazione in generazione. E’ un fenomeno comune sotto tutte le latitudini. Scrive Raymond Queneau nella prefazione del suo libro: “Poche sedute alla Biblioteca nazionale furono sufficienti a farmi capire che la maggior parte dei libri su Parigi si copiavano l’un l’altro, che continuavano a perpetuarsi antichi errori per quanto segnalati da anni, che un minimo di <metodo storico> era sufficiente a far sparire vani fantasmi e stantie inesattezze”. Luciana Manzo, per la sua lunga militanza di funzionario all’Archivio Storico della Città di Torino, è un solido argine contro questo dilettantismo. Un’altra bella famiglia di storici locali è quella dei falsari, qui rappresentata da Vincenzo Malacarne autore di una lettera di Torquato Tasso a Giovanni Botero nella quale il poeta ferrarese scriveva di essersi ispirato al Regio Parco per il giardino di Armida.
      Sono quasi 500 le domande e altrettante le risposte che spaziano in tutti gli ambiti: chiese, palazzi, quartieri, imprese sportive, leggende, toponomastica, storia antica e recente, mercati, curiosità, miracoli, ristoranti, negozi, primati, cinema, teatro, fiumi, ponti, eroi, furfanti, ecc. ecc. Il tutto rimescolato in allegro disordine, così non sai mai cosa ti aspetta alla domanda successiva. Il libro è un invito a nozze per quei torinesi che aggiornano puntigliosamente l’elenco dei tanti primati di Torino città laboratorio. Qui ne troveranno almeno uno che ignoravano: la prima sparatoria fra tifosi, nel 1925, a Porta Nuova, fra quelli del Bologna e quelli del Genoa dopo l’incontro per il primo posto nel campionato del Nord. Esistono poi i torinesi che godono nel puntualizzare, nel confutare, nel notare le inesattezze e da questi Luciana dovrà guardarsi, consolandosi col pensiero che è una sorte comune a chi si inoltra sul terreno minato della storia locale. Un episodio recente: il quotidiano La Stampa pubblica un servizio sul completamento del grattacielo di Intesa San Paolo scrivendo che il progettista Renzo Piano si è fermato a un metro meno dell’altezza della Mole Antonelliana, rispettando il desiderio della comunità torinese. Il giorno seguente la rubrica “Specchio dei tempi” pubblica la lettera firmata di un lettore che puntualizza: non è vero che il grattacielo di Renzo Piano è più basso perché bisogna tener conto del fatto che il terreno su cui poggia la Mole si trova a un’altitudine inferiore di 20 metri rispetto a dove sorge il grattacielo. Parliamo della maggior parte dei lettori che non nutrono velleità revansciste o manie da inquisitori. Costoro troveranno nel gioco di domande e risposte una continua fonte di sorprese. Vi dico le mie. La ghigliottina innalzata al centro di piazza Carlina, durante l’occupazione francese ha tagliato 423 teste. Tenuto conto che i francesi sono stati a Torino 15 anni fa in media un’esecuzione capitale ogni quindici giorni e un abitante su 200 di Torino è finito lì sopra. Ancora: non avrei mai immaginato che nel 1901 a Torino coesistessero ben tre diversi modi per illuminare le vie, con lampade elettriche, fanali a olio e fanali a gas. Leggo che nel 1942 nello spazio antistante Porta Susa, sul lato sinistro di via Cernaia, fu allestita una grande conigliera su iniziativa delle Massaie Rurali per incoraggiare piccoli allevamenti sui balconi in tempo di guerra. Su quel terreno è poi sorto il grattacielo della Rai; ecco spiegato il motivo per il quale fra il DNA di molti dirigenti della tivu di Stato e quello del coniglio non c’è una grande differenza. Il pregio forse ancora più grande di questo libro consiste nel fatto che numerosi quesiti sono il germe di microstorie che il lettore è libero di sviluppare per conto suo. Come la vicenda relativa all’intitolazione di corso Fiume. Il tratto di corso Vittorio Emanuele II, dal ponte Umberto I fino a piazza Crimea, fu intitolato a Thomas Woodrow Wilson presidente degli Stati Uniti, in sosta a Torino il 6 gennaio 1919 durante il viaggio verso Parigi per prendere parte alla conferenza di pace. Poiché non sostenne le richieste territoriali dell’Italia, nel 1921 quel tratto di strada divenne corso Fiume, che il trattato aveva assegnato alla Jugoslavia. Un romanzo intero meriterebbe la storia di Sebastiano Contrario, uno scaltro imbroglione che ha dato il nome a un tipo, colui che fa sempre ciò che non dovrebbe, il Bastian Contrari. Lo sapevate voi? Io no e già questo solo regalo merita il posto d’onore riservato a questo libro nella mia biblioteca.
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Ottimisti non si nasce, si diventa

    • Ottimisti non si nasce, si diventa
      (Da: “Educare all’Ottimismo” Bruno Ferrero, SDB)

      L’ottimismo è una combinazione per aprire la cassaforte della vita ma ci vuole qualcuno che fornisca i “numeri” perché ottimisti non si nasce, si diventa. 

      Nella vita di Don Bosco c’è una pagina di luminoso ottimismo: “Margherita entrò per prima nella nuova casa: tre stanzette nude e squallide, con due letti, due sedie e qualche casseruola. Sorrise, e disse al figlio: ‘Al Becchi ogni giorno dovevo darmi da fare per mettere in ordine, pulire i mobili, lavare le pentole. Ora potrò riposare molto di più’.

      Ripresero fiato, poi si misero tranquilli a lavorare. Mentre Margherita preparava un po’ di cena, Don Bosco appese alla parete un crocefisso e un quadretto della Madonna, poi preparò i letti per la notte. E insieme Madre e Figlio si misero a cantare. La canzone diceva: “Guai al mondo se ci sente / forestieri senza niente.

      L’ottimismo è una combinazione per aprire la cassaforte della vita ma ci vuole qualcuno che fornisca i “numeri” perché ottimisti non si nasce, si diventa. Educare all'ottimismo significa prima di tutto creare e mantenere un’atmosfera familiare ricca di stimoli che nutra le quattro dimensioni più importanti della vita: fisica, affettiva, mentale e spirituale. Lo possono fare soprattutto i genitori con alcune semplici attenzioni.

      Dare ai figli una valida immagine di sé. Ammirate i vostri figli e dimostrate loro la vostra stima, fiducia e responsabilità. Il modo migliore consiste nel coinvolgerli sempre più nella vita della famiglia. 

      Fornire loro dei punti di riferimento. Lo strumento più adatto sono i “no” che, soprattutto nei primi anni di vita “segnano” il cammino fisico e spirituale dei figli. I “no” siano sempre seri e attentamente motivati.



      Insegnare ai figli che i problemi si risolvono. I veri ottimisti si concentrano sulle cose che hanno e così non hanno più tempo per mettere a fuoco le ragioni della tristezza. In una famiglia che si dibatteva in grosse difficoltà, la madre trasmise a figli un messaggio di forte intensità: “È quando si fa buio che si possono vedere le stelle”. I figli non lo hanno mai dimenticato.

      Proporre delle mete e raggiungerle insieme. L’incertezza, l’oziosità, il “bricolage” morale provocano solo noia e pessimismo. Il potenziale umano è sbalorditivo, se solo decidessimo di usarlo. San Paolo, nella lettera ai Filippesi, scrive: “Infine, fratelli, prendete in considerazione tutto ciò che è buono, che è giusto, puro, degno di essere amato e onorato; ciò che viene dalla virtù ed è degno di lode” (Fil 4,8).

      Anche lui quindi pensa che noi possiamo scegliere i soggetti della nostra contemplazione e dei nostri pensieri: il contenuto della nostra mente è in gran parte a nostra discrezione e, facendo uso di questo potere selettivo, possiamo modificare il nostro mondo.

      Incoraggiarli sempre e abituarli allo sforzo. Evitate i falsi incoraggiamenti. Un incoraggiamento
      fasullo è in genere l’ultima cosa di cui un ragazzo ha bisogno. Semmai serve qualcuno che dica: “Siamo in un bel pasticcio ma, se tutti noi ci rimbocchiamo le maniche, possiamo fare qualcosa per uscirne”. Impedite loro di commiserarsi con troppa facilità o di prendersi mentalmente a calci.

      Esistono persone che vivono di catastrofismo, quasi fossero dei “telegiornali ambulanti”, prevedono guai a ogni istante, si sentono incapaci, inadeguati, colpevoli di tutto. Un bambino deve crescere senza pensare al “fallimento”. I figli devono essere educati alla fiducia in se stessi e nel futuro. Insegnate come si può dominare il proprio temperamento.

      Cercare la compagnia di persone ricche di speranza. È davvero vitale crescere in un ambiente ricco di stimoli costruttivi. Cercate un rinforzo sociale positivo.

      Coltivare la fantasia e la creatività. Donate loro abitudini intellettuali. Abituateli a vedere il bello, ascoltate musica, fate passeggiate, ridete spesso.

      Aiutarli a vincere i punti deboli. Devono essere e sentirsi “competenti” in qualcosa.

      Alimentare con cura lo spirito. La cosa peggiore che può capitare ad una persona è la perdita della forza dello spirito. Ma lo slancio spirituale tende ad “evaporare” nelle famiglie che non si ritagliano uno spazio per leggere e meditare sulla fede e, soprattutto, per pregare insieme.
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