Angoli della mia Città
articolo di Gabriele Argirò
fotografie di Pietro Clarizia
Casa De Bernardi
Via Paolo Sacchi 40-42

L’anno sembra animato da infausti dei: la Fortuna e il Genio culturale italiano sembrano essersi dissolti nel nulla: anche la Prima alla Scala di Milano della Madama Butterfly di Giacomo Puccini si conclude in un fiasco clamoroso.
Il pubblico non apprezza l’opera e fischia a lungo. Qualcuno nel pubblico invoca persino il suicidio finale di Butterfly. La critica è crudele: l’Avanti, senza troppi complimenti sintetizza la serata così:


L'Italia cavalca l’onda della ribalta con l’opera lirica: al Teatro Lirico di Milano,
va in scena la prima rappresentazione della nuova tragedia di Gabriele D’Annunzio, La figlia di Jorio: un immenso dramma umano che ottiene un grande successo.
Dietro al successo naturalmente vive la storia dei personaggi e dei protagonisti: per esempio il ruolo della protagonista è affidato all'attrice Irma Grammatica. Eleonora Duse, compagna di D’Annunzio, è sull'orlo del suicidio quando si accorge che la scelta è caduta sulla nuova amante del poeta. I testimoni riportano che quando Eleonora si reca a casa di D’Annunzio per ritirare le sue cose, trova due forcine della nuova amante e si infuria a tal punto da voler dar fuoco alla casa. Il Vate D’Annunzio, con con la complicità del portiere di casa sua riesce a calmare la Diva e quasi indifferente al dolore provocatole, come se non fosse successo nulla, pubblica il secondo e il terzo libro delle Laudi: Elettra e Alcione. Nello stesso periodo lo scrittore e poeta Luigi Pirandello pubblica Il fu Mattia Pascal. Contestualmente la Camera approva la legge Orlando che eleva l’obbligo scolastico fino a 12 anni, Matilde Serao fonda Il Giorno, il quotidiano di Napoli. È la prima volta che una donna è ai vertici di un’istituzione.
La cultura e il fervore culturale italiano approfittano ancora della vetrina della prima capitale. Il produttore Ambrosio avvia a Torino il primo studio cinematografico d’Italia, trent'anni prima circa della fondazione degli studi di Cinecittà di Roma.
Torino sembra una città in fibrillazione, il fervore creativo e la vena innovativa si respirano a pieni polmoni in tutti gli angoli della città, dal centro alle periferie, nei parchi pubblici come nelle fabbriche; essa è una città operosa e piena di vita, ricca di spunti architettonici che come in una città fantastica fondono insieme stili differenti nello stesso squarcio di città. Posiamo lo sguardo in quella che oggi è via Paolo Sacchi, in zona Porta Nuova. Vi troviamo palazzi neogotici, liberty, neoclassici e anche razionalisti e moderni, tutti insieme e uno dopo l’altro si legano in modo sinuoso e mai pesante alla vista a volte distratta e a volte attenta di torinesi indaffarati o assopiti nei loro pensieri o di turisti che appena giunti in città desiderano solo recarsi in albergo per ristorarsi dopo un lungo viaggio.

Ma la storia che voglio raccontarvi oggi è quella di un palazzo sito proprio alla metà di Via Paolo Sacchi, ai numeri 40/ 42, ovvero il compito di autorizzare o meno la costruzione di palazzi pubblici e privati, negozi ed esercizi commerciali o scuole, in poco più di un mese dà parere favorevole e i lavori prendono il via. Casa De Bernardi viene conclusa qualche anno dopo.
Oggi la possiamo ammirare nel suo stato originale non avendo subìto modifiche né di colori e né nella struttura architettonica; essa continua a svolgere in silenzio la sue funzioni di residenza di famiglie benestanti, di uomini di affari che vanno e vengono dai loro studi professionali senza mai fermarsi e di studenti fuori sede che studiano all’Università o al Politecnico, proprio dove si laureò nel 1889 il suo progettista, Pietro Fenoglio.

Entrando nell'atrio del palazzo ci imbattiamo in altri suggestivi elementi tipici del liberty: gli affreschi in stile floreale che ricoprono finemente i soffitti delle rampe di scale e le decorazioni nell'originario ferro battuto che riparano le finestre policrome dei pianerottoli. Non passano inosservati nemmeno i mosaici che si susseguono tra una rampa di scale e la successiva e quelli che decorano a metà parete il vano delle scale. Casa De Bernardi nel 1906 è quasi del tutto completata quando, per volere del suo proprietario, il progetto subisce un’inattesa modifica: viene aggiunta nel cortile una tettoia chiusa.
Così si verifica l’unico momento di stallo del cantiere, con un braccio di ferro tra De Bernardi e Fenoglio da una parte e la Commissione D’Ornato dall'altra.



La storia di Casa De Bernardi non si esaurisce a ciò che appare all'esterno, essa racchiude in sé e narra svariate storie: fa parte della rete vastissima delle 130 case costruite in soli 25 anni dall'architetto Pietro Fenoglio,

E quella tettoia oggetto di controversie burocratiche? Sotto i portici, tra la folla che attraversa ogni giorno quel tratto di via, oggi come allora, scorgiamo l’ingresso della ormai famosissima pasticceria Pfatisch (oggi aderente all’Associazione Locali Storici di Italia), inaugurata nel 1915, ma che nel 1921 viene trasferita qui, in casa De Bernardi e da allora non si è mai più spostata. Quasi a dire un luogo magico! Nel 1926 gli affari della pasticceria erano proficui tanto che i mastri cioccolatai decisero di ingrandire il loro locale raddoppiandolo in grandezza e ristrutturandolo con un gusto ispirato all’art decò: la facciata fu quindi costruita in legno massello di noce con inserti di onice, come anche il portainsegna che racchiude lettere in bronzo. Gustarvi un buon caffè accompagnato da deliziosi pasticcini artigianali permette di respirare un’atmosfera d’altri tempi e di provare un insolito stupore nell'ammirare uno spazio rimasto intatto nel tempo: una struttura in massello di noce con specchiere nelle quali mirarsi timidamente, piani di cristallo e banchi coperti di marmo screziato con inserti di radica di noce.

Entrando da Pfatisch sembra che il tempo si sia davvero fermato. La confetteria ha subìto nel tempo giusto qualche ritocco al fine di ottemperare alle rigide e giuste normative che regolano la sicurezza degli esercizi commerciali, ma nulla ha modificato il cuore del luogo. Oggi come allora gentili signore in divisa rossa, servono i clienti,


Preziosità, suggestione, raffinatezza e atmosfere calde e sinuose rendono vita a un luogo che non vuole né può tramontare.
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