June 20, 2015

[Rubrica] Vieni a pescare con me!!

Vieni a pescare con me!!
-PESCA COL GALLEGGIANTE IN ACQUA DOLCE-

articolo di Stefano Terrando

E’ uno dei metodi di pesca più diffusi nel continente europeo. La ragione è da ricercare nel fatto che quasi tutte le specie d’acqua dolce possono essere insidiate con questa tecnica che sfrutta un elemento tanto semplice quanto essenziale: il galleggiante. Il panorama che offre questo oggetto è molto più vario di quanto si possa immaginare, si può comunque definire come un oggetto costruito allo scopo di galleggiare sull'acqua oppure come mezzo di segnalazione di un punto specifico o delle abboccate del pesce che stiamo andando a pescare. Dovendo avere una bassa densità per galleggiare, i materiali più diffusi sono legni leggeri come la balsa o il sughero oppure la plastica e suoi derivati come il polistirolo.
Come è fatto un galleggiante? Nella maggior parte dei casi si forma di tre parti:
ASTINA: Si tratta di un segmento colorato, di solito rosso o giallo, posto nella parte alta del galleggiante. Questa permette l’individuazione dello stesso e le eventuali abboccate dei pesci. Effettuata la taratura o piombatura del galleggiante sarà l’unica parte visibile in fase di pesca.
CORPO O BULBO: Questa è la parte del galleggiante che gli permette di eseguire il suo compito più importante, cioè galleggiare. Determina inoltre il peso stesso del galleggiante, la grammatura che si dovrà poi andare a mettere sulla lenza sotto forma di piombo allo scopo di tararlo.
DERIVA: E’ il prolungamento del galleggiante situato nella parte inferiore. Oltre a garantire la stabilità del galleggiante è fondamentale in quanto consente di fissare il filo della lenza mediante  tubicini di silicone. Inserendone due o tre per ogni montatura si potranno evitare spiacevoli ingarbugliamenti.


I materiali più comunemente usati per la deriva sono il carbonio, la plastica e il tonchino, un tipo di legno.
Tra le principali tipologie di galleggiante possiamo distinguerne alcuni modelli comuni. Il modello a carota o pera rovesciata (il primo da sinistra) presenta una forma più larga nella parta alta del bulbo mentre il profilo si assottiglia nella parte inferiore. Questa forma ci permetterà di pescare in acque correnti sia profonde che basse adattandosi bene all'utilizzo della canna fissa, della bolognese oppure della roubasienne. Più tozzo sarà il nostro galleggiante e meglio affronterà la corrente dei fiumi permettendo una buona trattenuta della lenza in fase di passata. Il modello a goccia (il secondo da sinistra), la cui forma richiama evidentemente una goccia, si adatta meglio alla pesca in acque ferme o con correnti minime. Infine un altro modello comunemente usato è quello a sfera, forse il più utilizzato nella pesca in torrente. Infatti nella sua semplice forma sferica risulta molto stabile. Purtroppo ha il difetto di non eccellere nella segnalazione e nella visibilità.

Un’ultima ed ulteriore distinzione da fare per quanto riguarda i galleggianti, consiste nella modalità di unione del galleggiante con il filo della lenza. Come già accennato i modelli fino ad ora analizzati andranno fissati mediante piccoli tubicini in silicone, detti guaine, che bloccheranno il filo unendolo alla deriva. In questo modo, con un galleggiante così fissato, la nostra profondità di azione non potrà superare la lunghezza della canna che stiamo usando. In altre parole, fissando il galleggiante ad un metro dall’amo significa pescare a tale profondità. I modelli di canne in distribuzione variano dal metro della canna per la pesca del’alborella fino ai 14,5 mt. delle roubasienne. Se si volessero raggiungere profondità ancora maggiori l’unica alternativa è il galleggiante scorrevole. Come suggerisce il nome, scorrerà lungo il filo del mulinello grazie a due anelli posti in genere sotto l’antenna e alla base della deriva. Talvolta questi galleggianti sono privi di deriva. Quello che renderà possibile pescare ad una profondità voluta e maggiore della lunghezza della canna è il cosiddetto nodo di stop o stopper. Questo potrà essere posizionato alla distanza che si vuole dall'amo, avvolgendosi nel mulinello e fuoriuscendo nel momento del lancio fermando il galleggiante all'altezza voluta. I materiali con cui è più comune trovare questi stopper sono il nylon, il filo di cotone e il trecciato. Altri piccoli stopper sono fatti di cauciù e presentano una forma a chicco di riso nella maggior parte dei casi.
Quando si pesca in acque ferme ritorna utile una particolare montatura, chiamata drop, che consente all'esca di essere calata in acqua in modo molto naturale. Consiste nella concentrazione della maggior parte dei piombini nella vicinanza del galleggiante, un numero inferiore a circa metà dall'ultimo pallino, che invece va collocato a circa 30-50 cm dall'amo. Questo tipo di montatura consentirà di ottenere catture anche in fase di calata dell’esca sul fondo. Al contrario, in caso di acque molto fredde, difficilmente i pesci si muoveranno per catturare un’esca nella fase di calata. Stazioneranno perciò in modo compatto sul fondo del lago, solitamente nelle zone più profonde. Occorrerà quindi modificare la propria montatura in modo tale da raggiungere il fondo più velocemente e stuzzicare i pesci là rintanati. Questa montatura è chiamata bulk e consiste nella concentrazione dei piombi, a modo di zavorra, a breve distanza dall'amo, cioè nel punto di unione del filo terminale con il filo della montatura.
Nel caso di pesca in fiume la piombatura invece varia a seconda della corrente. Acque più tranquille richiederanno pochi piombini, mentre la pesca in acque veloci e profonde richiederanno una zavorratura decisamente più consistente.
Le esche per questo tipo di pesca sono un infinità, ciononostante i bigattini, il pane, i lombrichi e il mais sono spesso esche molto redditizie. Bisogna però sottolineare che studiare il luogo dove si vuole pescare, cioè comprendere di cosa maggiormente si nutrono i pesci di una determinata area a seconda della stagione, permetterà di fare catture estremamente emozionanti.
Per qualsiasi approfondimento in merito a questa splendida tecnica di pesca o per scoprire più da vicino di che cosa stiamo parlando venite a trovarci da Dimensione Pesca in Via Sacchi 50 a Torino oppure contattateci a questo indirizzo email: Dimens.pesca@gmail.com o al numero 011/5682896.

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