November 18, 2015

Aurelio Peccei: il parco, l’uomo

Aurelio Peccei: il parco, l’uomo

Tutto il progetto è stato ideato nel pieno rispetto dell’ambiente:
il Parco Aurelio Peccei è infatti il primo parco “Smart” della città di Torino.


Si è svolta domenica 31 Maggio l’inaugurazione del Parco Aurelio Peccei, in Via Cigna fronte numero civico 136; giochi, sport e tornei per tutto il pomeriggio, accompagnati da percorsi tematici alla scoperta della storia industriale con il gruppo Anziani Fiat. Alle 18.30 il taglio del nastro alla presenza del sindaco di Torino Piero Fassino, e per concludere una serata al ritmo di musica jazz e rock.
Il progetto è stato dedicato ad Aurelio Peccei, industriale torinese, manager della Fiat, amministratore delegato della Olivetti e membro della resistenza antifascista, che ha abitato per lungo tempo in Via Governolo n.1.



Il Parco
Il parco, situato nel quartiere Barriera di Milano, nasce dal progetto di rivalorizzazione di un’area complessiva di circa 43mila metri quadrati, un tempo sede industriale della Fiat Iveco Telai, ed è esempio di come strutture, aree e ambienti industriali ormai in disuso possano uscire dal loro stato di degrado e abbandono per trasformarsi in aree verdi a disposizione dei cittadini.
Una politica che, a mio avviso, andrebbe abbracciata da ogni parte politica e sempre sostenuta dalla società civile cittadina. I lavori necessari alla realizzazione di questo progetto hanno richiesto circa 20 anni, e hanno compreso interventi di demolizione degli edifici precedenti, un’intensa azione di bonifica e riprogettazione ed infine i veri e propri lavori di costruzione.
Tutto il progetto è stato ideato nel pieno rispetto dell’ambiente: il Parco Aurelio Peccei è infatti il primo parco “Smart”della città di Torino.
Esempi di questa politica “Smart”sono i materiali utilizzati per la realizzazione: le panchine sono in alluminio,frutto di un’azione di riciclo, per i pavimenti anti-smog sono state scelte vernici non inquinanti e materiali che evitano l’accumulo di sostanze dannose e nocive; tutta l’illuminazione - luminaria led dal risultato scenografico e colorato - è assicurata da un impianto fotovoltaico che garantisce l’autonomia energetica ed un impatto ambientale praticamente nullo. Tale impianto è posto sulla capriata Porcheddu, unico elemento scampato alle demolizioni come ricordo del passato industriale che ha caratterizzato la zona. L’area è dominata da circa 27mila metri quadrati di verde e da 420 alberi, affiancata da un’area giochi dedicata ai bambini: uno spazio di oltre 1000 metri quadrati, delimitato da una collinetta rivestita di gomma colorata, che presenta una suddivisione delle attrezzature in base alle fasce di età permettendo così la fruizione da parte tanto dei bambini più piccoli quanto dei ragazzi, e garantendo sicurezza e una pluralità di svaghi.
Di notevole importanza è la compartecipazione alla realizzazione del parco: non soltanto architetti, progettisti e ingegneri, l’area giochi nasce dalle idee dei bambini della scuola elementare Pestalozzi, mentre per le dieci opere d’arte presenti e realizzate come tributo all’attività operaia degli anni passati sono stati coinvolti studenti dell’Accademia di Belle Arti Italiane.
 
L’uomo
Riporto qui di seguito un estratto della sua biografia, redatta dal meteorologo trinese Luca Mercalli, e incisa sotto la capriata Porcheddu.
«Aurelio Peccei nasce a Torino nel 1908 e nel 1930 si laurea a pieni voti e lode in Scienze Economiche […] nel 1972 nasce il celebre rapporto “I limiti alla crescita”, il primo modello matematico di accoppiamento tra economia e ambiente. Il suo messaggio fu e rimane chiaro: i consumi materiali e l’accumulo di rifiuti non possono proseguire all’infinito su una Terra di dimensioni e risorse limitate. […] Aurelio Peccei muore a Roma nel 1984 ma la sua percezione della dimensione globale dei problemi e della necessità di affrontarli in un contesto internazionale rimangono un punto fermo oggi più che mai.”»
Uomini come Aurelio Peccei, industriali con una moralità, un’etica, il cui fine non è soltanto l’accumulo di denaro, imprenditori che non curano i propri interessi a scapito della sicurezza dei lavoratori e al futuro del nostro pianeta; sono questi gli  uomini e la classe dirigente di cui abbiamo bisogno. Forse è utopia? In una società in cui il guadagno è anteposto alla stessa vita - e penso alla tragedia ThyssenKrupp - possiamo sperare in uomini di questo calibro? Sì, voglio crederci. A poco serve il denaro se il mondo in cui viviamo sta morendo: non si respirano le monete e non si possono mangiare le banconote. Peccei ne era consapevole ed era arrivato a questa conclusione già più di 30 anni fa. Voglio sperare che altri sappiano fare lo stesso. Dedicargli un parco è sicuramente un buon gesto, diffondere, portare avanti e abbracciare il suo messaggio è invece un dovere, sia dei cittadini, sia e soprattutto degli industriali.

Marco Massa
- Alucard Belmont


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