October 19, 2015

[Rubrica] "Perché leggi così tanto?"

"Perché leggi così tanto?"

Articolo di Marco Massa - Alucard Belmont
- www.marcomassa.me -

Quasi ogni lettore si sarà sentito porre questa domanda almeno un centinaio di volte: amici, parenti, conoscenti che poco apprezzano o comprendono il nostro stare costantemente col naso piantato in un libro. Generalmente tendo a rispondere in maniera vaga, “perché mi piace”, consapevole della stupidità della risposta così come lo sono dell’assoluta idiozia della domanda. È come se vi chiedessero del perché mangiate la pizza: perché vi piace. Ma dai, davvero? Quando però la domanda mi è stata fatta da una lettrice, un altro esemplare della mia stessa specie me lo sono chiesto davvero.

Perché leggo? Per viaggiare.

Ho visto e visitato più luoghi viaggiando su vascelli fatti di carta e inchiostro di quanti ne abbia visti o vedrò mai uscendo di casa.
Non c’è contrada della Contea o foresta della Terra di Mezzo che io non abbia attraversato; non c’è stanza di Hogwarts in cui non mi sia imbattuto almeno una volta. Ho visto Amsterdam ed i suoi canali e pochi giorni dopo ero già in marcia verso Approdo del Re. Ho impresse nella mente le rovine dovute al cataclisma che ha devastato Ansalon, così come la miseria che affligge i più squallidi vicoli di Londra.
Ho vagato leggendo, e senza muovere un passo vagherò finché gli occhi e la mente mi permetteranno di distinguere una riga da un’altra, una parola da quella accanto.

Per imparare a combattere.

Chiunque affronta battaglie ogni giorno nella propria vita. Sono battaglie in cui troppo spesso ci si trova ad essere comparse impotenti, fanti inermi travolti dalla cavalleria nemica senza neppure la possibilità di vibrare un fendente per difendersi. Quando i nemici marciano fra i capitoli, invece, ti puoi allenare e puoi prepararti alla marea che sta per travolgerti. Puoi imparare a combatterli. Io ero lì quando le mura del Fosso di Helm hanno ceduto ed ero accanto al principe Oberyn quando la Montagna lo ha attaccato. C’ero quando la TAC di Gus si è“illuminata come un albero di natale” così come il giorno in cui Mo ha visto strapparti Resa dalle braccia. Non sempre la battaglia si vince, ma avere la possibilità di provarci è più di quanto a molti sia concesso. Ad ogni combattimento e duello che ho affrontato contro guerrieri e mali fatti di parole ho imparato ad affrontare quelle sfide che il mondo reale ti mette davanti. Come nei libri, spesso si perde, ma almeno si sa come affrontarle. Almeno si può provare a vincere.

Per innamorarmi.

In questo mondo mi sono innamorato così profondamente da sembrare di vivere una favola scritta dal più romantico e malinconico degli autori. Poi ho amato ancora immagino, in maniera disperata, sanguigna, senza però riuscire a legare a me la ragazza che avevo accanto. Non sono tante volte, immagino. Al contrario, tante e tante volte mi sono innamorato disperso fra le pagine di un romanzo, così profondamente da sembrare amore vero.
Ho amato Hermione, la sua intelligenza e il suo lottare per i più deboli; mi sono innamorato e lo sono ancora di Hazel Grace, del suo umorismo e della sua forza, così superiore a quella di qualunque eroina che abbia incontrato nei miei viaggi. Non so se mi perdo in quelle storie in attesa di scrivere la mia personale, cercando di coglierne le sfumature che più mi affa-scinano per farle mie; cercando nei libri e con i libri di trovare quella ragazza che nei libri e coi libri sta cercando me.
Non so se capita perché cerco di ricordare la bellezza di ciò che ho perduto. So solo che mi perderei mille e mille volte ancora.

Per sognare.

È innegabile, capita a tutti di essere stanchi della solita routine di tanto in tanto. Scuola – casa -lavoro, casa - scuola-lavoro e così via.
Leggere mi permette di allontanarmi per qualche ora da una realtà che indubbiamente mi sta stretta; rende possibile sognare senza essere addormentati, permette di essere padrone dei sogni che faccio perché scegliendo un libro scelgo ciò che più ho desiderio di sognare.
Che sia cavalcare una scopa volante, aiutare Katinss negli Hunger Games o assistere ai magnifici gesti di pura umanità di John Coffey.
Ed è vero: “non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”, come un mago dalla barba bianca afferma, ma è altrettanto veritiero che prendersi una pausa da questo grigio mondo aiuta a non lasciare che la realtà ci inghiotta e ci faccia dimenticare come si sogna.
Accumulo libri ed accumulo sogni.

Di cosa è fatta la vita, se non di questi elementi? Quale vita non è fatta di viaggi? Quale non è fatta di sfide, lotte e difficoltà?
Quale vita può essere definita tale senza amore o sogni?
Quindi, perché leggo? Perché farlo mi insegna a stare al mondo.
Mi difende e mi arma. Mi insegna ad amare e sognare.

Leggo per vivere.

Privarmi di questo piacere, privarmi del profumo della carta, di quelle lettere stampate e del fruscio di quando un capitolo lascia il posto al successivo, significherebbe privarmi di ciò che differenzia vivere ed esistere. Leggo, quindi vivo. E voi?


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